Gli attacchi alla supply chain continuano a evolversi, prendendo di mira ogni punto debole della catena software. Non serve forzare le difese: basta inserire codice malevolo in componenti affidabili, come librerie open source o moduli utilizzati da centinaia di applicazioni.

Negli ultimi anni, pacchetti JavaScript come ua-parser-js e framework modulari come ctx-core sono stati compromessi nei registry pubblici, distribuendo aggiornamenti con payload malevoli nascosti. Il meccanismo è semplice e silenzioso: l’utente aggiorna la libreria come sempre, ma il codice malevolo viene eseguito durante l’installazione o l’avvio, esfiltrando credenziali o installando backdoor.

Il typosquatting resta una minaccia concreta su Python: esempi verificati includono jeIlyfish (con la “I” maiuscola al posto della “l”), pubblicato su PyPI con codice malevolo mimando il pacchetto legittimo “jellyfish”. Attacchi di questo tipo sfruttano la disattenzione degli sviluppatori e la fiducia implicita nei nomi dei pacchetti.

Attacchi alla supply chain

VettoreDescrizioneEsempio recente Compromissione librerie JSManomissione di pacchetti distribuiti su NPMua-parser-js, ctx-core Typosquatting PyPIPacchetti con nomi simili per ingannare sviluppatorijeIlyfish Compromissione tool DevOpsAttacco a CI/CD, pipeline o container registryCodecov Bash uploader Dipendenze non verificateLibrerie terze parti distribuite senza auditingFramework modulari JS 2024-2025

Il problema principale resta culturale: molte aziende trattano il software esterno come affidabile, aggiornano librerie senza auditing, e raramente verificano firme digitali. Anche infrastrutture critiche continuano a incorporare componenti non controllate, esponendosi a rischi enormi.

Per mitigare questi attacchi, le organizzazioni devono adottare strategie di validazione continua. Build riproducibili, firme digitali, registri privati, monitoraggio costante e SBOM aggiornati diventano strumenti essenziali. Solo così è possibile ridurre il rischio che un singolo componente compromesso minacci l’intera catena.

Gli attacchi supply chain sfruttano la fiducia più della forza bruta: finché il codice verrà condiviso più rapidamente di quanto venga controllato, quella fiducia rimarrà la falla principale.