Il 30 aprile del 1986 l’Italia si è connessa ad internet per la prima volta ed è stata tra i primi paesi in Europa a farlo: un segnale partì dal Centro universitario per il calcolo elettronico (CNUCE) di Pisa e arrivò a Roaring Creek, in Pennsylvania. La notizia passò in secondo piano per via del disastro di Cernobyl avvenuto pochi giorni prima, ma fu l’inizio di una nuova era.
L’anno scorso sono stati celebrati i 30 anni da quella data, con un evento che ha coinvolto anche il Presidente del Consiglio. Quest’anno è essenziale abbandonare l’aspetto del marketing e passare alla parte pratica: fare un punto della situazione, scoprire quali sono stati gli effetti positivi di quel collegamento e quali invece gli effetti negativi. E’ necessario e urgente capire che siamo nuovamente di fronte ad un crocevia tanto importante quanto l’evento di 31 anni fa.
Internet come siamo abituati a conoscerlo potrebbe scomparire nel giro di qualche anno, oberato di dati che arrivano da un numero di dispositivi diverse volte maggiore dell’intera popolazione mondiale.
Attualmente sono connessi ad internet oltre 4 miliardi di dispositivi, ma si stima che entro il 2020 potrebbero diventare 25 miliardi. Grazie all’avvento dell’Internet of Things qualsiasi oggetto si sta già connettendo in rete, prelevando ed inviando dati. Dispositivi indossabili, bilance, frigoriferi, termostati, lampade, automobili, un numero spropositato di oggetti, in continuo aumento, sta inviando dati alla rete sulle nostre abitudini. Dati destinati a finire legittimamente nelle mani delle grandi multinazionali es. Google, Apple etc.
Si sono sviluppati droni grandi come mosche in grado di svolazzare ovunque a scopo di “sorveglianza”. Non è fantascienza, è la morte della privacy, di quel diritto alla riservatezza sancito da vari articoli della nostra Costituzione (art. 2, art. 3, art. 14, art. 15, art. 21, art. 27…).
Fortunatamente siamo ancora in tempo per evitare che la situazione diventi incontrollabile, ma occorre un serio confronto tra i governi, per difendere i diritti degli utenti. Speriamo dunque che la grande opportunità mediatica dell’ Internet Day venga utilizzata per sensibilizzare sul tema importante della privacy e non venga ancora una volta sprecata.
E’ possibile seguire l’evento in diretta fino alle 12:30